Effetti psicosociali del Divorzio nell’Adulto

Il divorzio è diventato un fenomeno talmente diffuso da passare quasi sotto il velo della normalità. In effetti, la percentuale di famiglie composte da un solo genitore è aumentata considerevolmente negli ultimi decenni, ed il divorzio genitoriale costituisce, in tutto il mondo, la causa principale di questo sorprendente aumento. In Italia, secondo i dati ISTAT, il 18.% delle coppie ha divorziato nel 2010, il doppio rispetto al 1995: parlando con bambini ed adolescenti, ad esempio nelle scuole, sembra quasi difficile trovarne uno non costretto allo (spesso estenuante) andirivieni tra casa materna nei giorni feriali e casa paterna nel weekend.

Le conseguenze? Esperienze stressanti, come la rottura del legame con il genitore che si vede di meno (accompagnata spesso dalla sensazione di aver perso un supporto emotivo), la rottura del legame con amici e compagni di classe per traferirsi in altre città, nonché la perdita dei contatti con insegnanti conosciuti e coi nonni (Amato, 2000). Naturalmente, non sempre la situazione è così tragica: vi è una grande diversità individuale nella capacità di affrontare le situazioni difficili, e di certo non mancano bambini e adolescenti che hanno raggiunto buon adattamento psicosociale nonostante il divorzio dei genitori (Amato, 2000; Isohanni et al., 2000; Rutter, 1987).

Gli studi sulle ripercussioni del divorzio sui figli sono proliferate negli ultimi anni, parallelamente alla diffusione del fenomeno. Ma quali sono, se ci sono, gli effetti a lungo termine? Pochi studi si sono soffermati sull’analisi dell’adattamento psicosociale di soggetti adulti con genitori divorziati, e sappiamo perciò ancora poco a riguardo. Huurre e colleghi (2006), del National Public Health Institute di Helsinki, Finlandia, hanno condotto uno studio longitudinale partendo dall’ipotesi che l’impatto negativo del divorzio sui figli potesse persistere anche in età adulta. Secondo gli autori, era probabile che l’esperienza di divorzio genitoriale vissuta da bambini potesse avere conseguenze negative sul soggetto adulto in termini di salute psicologica, comportamenti funzionali o disfunzionali, status socioeconomico e relazionale, e qualità della relazione col partner (o del matrimonio).

Il primo campione di soggetti, reclutati nel 1983, era composto da 2194 studenti di 16 anni. È stato loro chiesto di compilare dei questionari in modo da raccogliere informazioni su salute psicologica e somatica, comportamenti funzionali, background familiare (divorzio genitoriale, morte genitoriale e status socio-economico), caratteristiche personali, relazioni sociali ed eventi di vita. 1471 soggetti appartenenti al campione iniziale sono stati contattati via mail e ritestati 16 anni dopo (età media: 32 anni, 317 con genitori divorziati), tramite questionari molto simili a quelli utilizzati nella prima fase, riadattati all’età. Sono state aggiunte alcune scale al fine di valutare il benessere psicologico (sintomi psicosomatici, depressione e distress psicologico).

I risultati sono i seguenti. All’età di 32 anni, il gruppo di donne con genitori divorziati riportavano più sintomi psicosomatici rispetto alle donne con genitori ancora insieme. Riferivano anche livelli di depressione più alti e maggior presenza di disturbi psichiatrici “minori”Al contrario, i soggetti maschi provenienti da famiglie divorziate o meno non riportavano differenze significative. Relativamente alle situazioni di vita, i figli di divorziati (maschi e femmine) riportavano livelli di educazione più bassi e un tasso maggiore di disoccupazione, un tasso maggiore di separazione divorzio dal coniuge (a loro volta) e comportamenti a rischio più frequenti, come dipendenza da fumo e abuso di alcol.

Per quanto riguarda i risultati sul sopporto sociale e  sui rapporti interpersonali, le figlie di genitori divorziati riportavano un numero minore di famigliari, parenti, amici ed altri conoscenti importanti, e si ritenevano meno soddisfatte del supporto pratico e dell’assistenza finanziaria ricevuti. I figli maschi di genitori divorziati riportavano minore soddisfazione rispetto ai figli di genitori ancora sposati solo relativamente all’assistenza finanziaria. Infine, il punteggio relativo alla presenza di eventi di vita negativi era maggiore per i figli dei divorziati (principalmente per le donne).

Il motivo per cui il divorzio dei genitori avrebbe effetti peggiori sulle donne rimane ancora da chiarire. È possibile che il tipo di relazione instaurato col partner e la qualità più bassa delle relazioni intime facciano la loro parte, mediando gli effetti a lungo termine del divorzio genitoriale. È forse ancora più probabile che il divorzio dei genitori, insieme ai conflitti che lo precedono e lo seguono, costituisca una “base di vulnerabilità”, un fattore di rischio per i figli, in grado di aumentare la probabilità che questi si ritrovino ad affrontare un divorzio una volta adulti, nonché la probabilità di sviluppare depressione (Rogers, 1994). Ma occorrono ulteriori ricerche che chiariscano il ruolo di mediatori e fattori di rischio/protezione, nonché le disparità di genere.

Tratto da: State of Mind – ID Articolo: 22350.