Ci si rivolge ad uno psicoterapeuta quando si avverte uno stato di sofferenza psicologica continua, quando ci si accorge che non si riesce ad avere un rapporto sereno con se stessi prima di tutto, e con gli altri, quando ci si accorge di avere relazioni inadeguate e che generano sofferenza o disagio a se stessi o agli altri, quando si crede di soffrire di uno specifico disturbo di natura psicologico (ansia, depressione), quando si sta vivendo un periodo particolarmente duro della propria esistenza oppure quando semplicemente si vuole migliore la propria esistenza.

Quale che sia la ragione per cui ci si rivolge ad uno terapeuta, lo scopo di un percorso psicoterapeutico è sempre quello di aiutare il paziente ad alleviare lo stato di sofferenza che lo ha spinto a rivolgersi ad un terapeuta e quindi, in ultima analisi di migliorare quella che è la qualità di vita del paziente.

Un percorso psicoterapeutico inizia sempre con una fase di valutazione psicodiagnostica  durante la quale terapeuta e paziente stabiliscono insieme quali sono gli obiettivi della terapia ed il piano terapeutico da adottare. Generalmente il terapeuta (soprattutto ad indirizzo cognitivo-comportamentale) interviene dapprima sui sintomi che, al momento, generano maggiore sofferenza poi sugli altri aspetti del disturbo. Periodicamente si verificano i progressi fatti rispetto agli scopi prefissati, anche mediante valutazioni testologiche. Il terapeuta istruisce il paziente sulla natura del suo disturbo, sul processo della terapia e sulle tecniche da utilizzare diventando quello che si può definire un “consigliere esperto”.

Il paziente, quindi, viene allenato a prendere consapevolezza del proprio funzionamento mentale e ad utilizzare le tecniche per gestire la propria sofferenza. L’acquisizione delle abilità di gestione delle emozioni dolorose permette al soggetto di beneficiare del trattamento anche dopo la conclusione della terapia.